A oltre 300 orari con le elettriche
La Formula E? “E’ come giocare a scacchi a più di duecento all’ora”. Che con le macchine delle prossime, imminenti generazioni, arriveranno fino ai trecento e oltre. Chapeau. Niente può descrivere meglio di questa definizione di Lucas di Grassi, ex campione del mondo della specialità (nata nel 2014 e andata affermandosi sempre più di anno in anno, tanto da attrarre altri competitors, tra cui dall’anno prossimo il Team Lola, mentre si parla anche di un possibile, prossimo ingresso di Ferrari) il fascino, la valenza e il messaggio green della massima competizione sportiva riservata a vetture completamente elettriche.
La strategia
Perché, come conferma Eugenio Franzetti, direttore di DS Performance, team partner di Penske Autosport, tra i più vincenti del lotto di partecipanti, con due titoli piloti e due costruttori, “è importante essere veloci per imporsi in gara, ma anche recuperare energia in frenata nel modo più efficiente possibile. Il pilota, d’intesa col team, deve essere un fine stratega, e saper gestire ogni momento, anche nelle qualificazioni, considerando molte più variabili rispetto a ogni altra competizione automobilistica. Anche la pole, ad esempio; certo, è importante. Ti dà tre punti, ok, ma non è una garanzia di successo”.
“Molto meno decisiva – continua Franzetti – che nelle altre discipline motoristiche. Il tipo di guida che bisogna adottare tra qualifiche e gara è molto differente. Nelle prime vai più veloce che puoi, come nelle altre serie, mentre in gara hai una quantità di energia limitata che devi saper gestire e sfruttare al meglio. A volte, mentre sei in lotta con un altro pilota è meglio risparmiarne il più possibile, finché il tuo avversario non ne ha più; quando invece ti stai difendendo, devi guidare con intelligenza per non farti superare. In un continuo rimescolamento di tattiche e strategie. Qui sta la maggiore differenza con la Formula 1, a cui il nostro campionato è spesso paragonato; a mio avviso erroneamente. In Formula 1 la vettura incide più o meno per il 70% e il pilota per il restante 30. In Formula E, dove per regolamento molte cose sono invece identiche per tutti, le proporzioni sono invertite”.
Il test day DS sul circuito di Palma di Maiorca
L’occasione per parlare a ruota libera di Formula E, dell’andamento del team DS in questa decima stagione, delle novità in arrivo l’anno prossimo con le vetture della Gen3 Evo e soprattutto con le Gen4, dal 2026, nonché della ricaduta sulle auto elettriche che usiamo tutti i giorni, sulla strada, della ricerca attuata sui circuiti e coi simulatori in ambito agonistico, è stata offerta dalla giornata di test condotta dal DS Performance sul circuito con vista mare di Palma di Maiorca. Tracciato scelto da molti team di Formula E per mettere alla prova gli step tecnologici di questi ecobolidi.
“Stiamo già lavorando per la prossima stagione sulla nostra power unit, dove il regolamento ci consente di sviluppare upgrade in autonomia: saranno invece uguali per tutti la scocca, il motore posto sull’asse anteriore e la batteria – spiega Franzetti – Non posso ovviamente entrare nel dettaglio, ma le attenzioni dei nostri ingegneri, per il 2025, sono rivolte alla Power Unitposteriore, che poi è motore elettrico, inverter e differenziale, e al software, indispensabile per il recupero dell’energia. Rigenerazione della potenza in frenata E aumento dell’autonomia: a questo puntiamo, lavorando sul software”.
Altro aspetto fondamentale è poi la miniaturizzazione dei componenti, ovvero riduzione del pacchetto dimensioni/peso. Tutte esperienze indispensabili per progettare le vetture elettriche che a breve troveremo sulle strade. Girando per il box, non è stato possibile fare foto alla parte posteriore delle vetture già in configurazione 3 Evo, provate per la prima volta da Jean-Éric Vergne e Stoffel Vandoorne – due titoli mondiali nella categoria il primo, uno il secondo – ma è stato altresì facile notare quanto il propulsore sia ormai davvero minuscolo, al punto che – come ingombro – sarebbe facilmente collocabile sul telaio d’uno scooter.
Le novità in arrivo: pneumatici “stradali” più performanti e auto Gen3 Evo… aspettando la rivoluzione Gen4
Il secondo punto su cui si sono concentrati i test dei due piloti DS sono state le nuove gomme. Fino al 2026, saranno ancora per tutti Hankook, e poi Bridgestone. I team ne useranno con mescole maggiormente performanti, con un’aerodinamica rivista, capaci di fornire più aderenza, come emerso dai primi esami in terra maiorchina. “Ma saranno ancora di tipo intagliato, similstradale – prosegue Franzetti – Perché la Formula E è anche uno stile di vita, non vogliamo produrre e accatastare da qualche parte montagne di pneumatici slick usati: sarebbe un messaggio ambientale sbagliato”.
Con l’arrivo della Gen3 Evo nelle prossime due stagioni (11 e 12) il campionato farà un ulteriore passo in avanti in termini di performance e innovazione. Il più grande cambiamento sulla nuova auto, che come suggerisce il nome è un’evoluzione della precedente, è la trazione integrale che sarà disponibile durante i duelli di qualifica, e l’Attack Mode, in queste fasi infatti il motore anteriore svilupperà 50kW. Cambiamento che dovrebbe portare a un significativo aumento delle prestazioni con un miglioramentocalcolato in oltre due secondi sul giro a Monaco, dove la nuova vettura è stata da poco svelata. La Gen3 Evo farà 0-100 km/h in 1,82 secondi, un tempo migliore delle Formula 1, e potrà raggiungere una velocità massima di oltre 300 km/h. Si attende invece nel 2026 il debutto della Gen4, di cui sono già state assegnate le forniture. Spark/Dallara continuerà a fornire il telaio, mentre la batteria sarà dell’italiana Podium Advanced Engineering. Il motore elettrico anteriore sarà di manifattura Marelli e potrà essere sfruttato anche in fase di spinta, abbracciando a pieno la trazione integrale. La potenza massima salirà così a 600 kW, un salto notevole rispetto ai 350 della Gen3.
Stagione fra luci e ombre
Il team DS Penske arriva alle ultime quattro gare della stagione 10, agli appuntamenti di Portland e Londra, con un cammino non del tutto soddisfacente. Anche se, sottolinea Franzetti, “nelle dodici gare disputate fin qui siamo partiti otto volte in prima fila, di cui due in pole. E’ però mancato l’acuto. E nel campionato Team occupiamo la quarta posizione. A dominare la classifica piloti è Nick Cassidy (Jaguar) che mantiene un buon margine su Pascal Wehrlein di Porsche(167 punti contro 142) suo diretto inseguitore per la vittoria del titolo”.
Al termine dell’appuntamento corso a Shanghai le prime due posizioni sembrano essersi cristallizzate, ma il restante poker di gare potrebbe regalare ancora qualche sorpresa: tra il battistrada neozelandese e il tedesco ci sono infatti venticinque punti, un divario ancora colmabile. Terzo è Mitch Evans (Jaguar, a 131 punti)che nell’ultimo weekend di gare ha scavalcato Oliver Rowland (101) di Nissan. C’è ancora da battagliare, quindi.
E per Jean-Éric Vergne (sesto a quota 101 alle spalle di Jake Dennis Andretti, 113) la matematica consente ancora una pur flebile speranza di raggiungere il podio. “Obiettivo possibile, sulla carta – ammette il francese due volte campione del mondo della categoria, nonché ex portacolori del team Toro Rosso in F1, in una pausa dei test alle Baleari – ma assai difficile da raggiungere in concreto. Quest’anno Jaguar e Porsche hanno dettato legge e noi abbiamo sofferto un po’ troppo. Inoltre, per quanto mi riguarda, devo dire che le specifiche della Gen3 non mi piacciono. Sui circuiti molto veloci, con lunghi rettilinei, siamo stati penalizzati. Ma sono fiducioso per la nuova stagione: confido nelle novità introdotte per la Gen3 Evo, con la trazione integrale che sarà disponibile durante i duelli di qualifica e l’Attack Mode, e in un sostanziale step evolutivo in termini di performance”.
Più lontano in classifica invece Stoffel Vandoorne, nono a 53 punti. “Condivido quanto detto da Jean-Éric – esordisce il belga, campione del mondo nel 2022 ed ex pilota di McLaren in Formula 1 – Con la stagione 10 che ormai volge al termine, i nostri sforzi devono essere rivolti già da adesso, anche con questa giornata di test, alla vettura della Gen3 Evo. Con l’utilizzo esteso a più fasi delle prove e delle gare della trazione 4×4 e con l’aumento dei cavalli, unito ai nuovi pneumatici più performanti, potremo dire la nostra: sono certo che l’anno prossimo torneremo a essere protagonisti”.
La scuola per i piloti del futuro
Presente a Palma di Maiorca anche il driver 19enne Nico Pino. Nel quadro del nuovo programma Stellantis Motorsport, creato per aiutare i giovani piloti a prepararsi per i massimi livelli delle gare automobilistiche, Nico Pino si unisce alla divisione corse di DS Automobiles. Attualmente il promettente cileno corre nella categoria GT del World Endurance Championship e nei campionati ELMS e IMSA. E ha già dato prova di grandi talento e determinazione, distinguendosi alla 24 Ore di Daytona di quest’anno, e conquistando un podio LMP2 davvero eccellente alla 100ª edizione della 24 Ore di Le Mans dell’anno scorso.
Un programma di prove specifico
“Per lui – spiega Eugenio Franzetti – il programma DS Performance prevede circa otto giorni di prove con la DS E-TENSE FE21, l’auto di seconda generazione guidata da Vergne nel biennio 2018/19 e da Da Costa dal 2021 al 2022. Dopo i test della Gen2 e una formazione specifica al simulatore, Nico concluderà il suo apprendistato prendendo contatto con l’attuale DS E-TENSE FE23 Gen3”. Seguito da ingegneri e meccanici con anni di esperienza e know-how nella tecnologia elettrica, Nico Pino dovrebbe effettuare test con DS Performance fino a novembre.
“Sono molto entusiasta di far parte di questo progetto – è il commento a questa prima giornata in pista del cileno dal fisico decisamente minuto – Lavorando al fianco di personale così preparato e di due piloti con già tanti successi alla spalle potrò imparare molto e sviluppare le mie capacità nel miglior modo possibile. È la situazione ideale per migliorare. Il mio obiettivo è quello di dimostrare di poter essere quanto prima un buon pilota di Formula E. In questo senso, devo dire che le prime sensazioni di guida sono più che positive. Voglio ripagare la fiducia che DS e il Gruppo Stellantis hanno riposto in me”.
Dai circuiti alla strada, le ricadute tecnologiche per la gamma elettrica DS
Con la Formula E tutto viene portato all’estremo, come è nello spirito delle competizioni, ma c’è un vantaggio: si imparano a usare i materiali per massimizzare l’efficienza della vettura. E l’efficienza è legata all’autonomia della batteria, perché più l’auto è efficiente e più è capace di sfruttare l’energia del pacco batteria, incrementando l’autonomia. Causa prima (oltre ai costi ancora alti e alla debolezza della rete delle colonnine di ricarica) dei timori e delle perplessità dell’automobilista medio italiano nei confronti delle vetture elettriche stradali. “Il motorsport è uno strumento fondamentale di ricerca e sviluppo”, conferma il boss di DS Performance, Eugenio Franzetti. “Ecco perché DS Automobiles ha scelto la Formula E per rendere più amica dell’ambiente la sua gamma, già adesso totalmente elettrificata. L’esperienza accumulata nel corso di molte stagioni è stata ed è molto utile per lo sviluppo delle auto di serie di oggi e di domani”.
L’importanza del recupero di frenata
Il primo e importante esempio di ciò è il recupero di energia in frenata, studiato e spinto al limite nelle competizioni, poi trasferito su tutti i nostri modelli stradali a batteria. Il futuro dell’elettrico è però ancora non del tutto definito. Resta da capire quanto impiegherà a imporsi completamente sulla motorizzazione termica. “Beh. A questo proposito – continua Franzetti – credo che saranno molto importanti gli esiti di due grandi consultazioni elettorali: quelle europee di questi primi giorni di giugno e quelle di novembre negli Stati Uniti. Credo che dal loro esito dipenderà molto dei destini commerciali del segmento. Saranno i mercati più importanti, come quello statunitense, quello cinese e quello indiano a orientare e decidere la velocità di progresso e diffusione dell’elettrico. L’Europa ha un suo peso, al cui interno l’Italia rappresenta però una quota non particolarmente importante”.
L’impressione, in ogni caso, è che la strada sia ormai tracciata. E che quanto messo alla prova nelle ultime stagioni di Formula E, come la ricarica veloce delle batterie – con l’avvento della Gen4 sarà sperimentata anche una fast charge paragonabile a un pit stop della Formula 1 in grado di fornire una percentuale del 10% della ricarica in soli trenta secondi – la capacità di frenata rigenerativa e la tecnologia sostenibile di pneumatici ad hoc, possa presto trovare attuazione nella produzione di serie, con altre innovazioni green. Mai come adesso il futuro sembra già a portata di mano, avvicinandosi al presente con una progressione in linea con le performance di queste sibilanti Formula 1 alla spina.